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ADUNATA DI "LATINA" ESPERIENZA INDIMENTICABILE (presto le foto). |
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Alpini!
Vi diranno che sono soldati con la penna d’aquila sul cappello, le fiamme verdi al colletto e gli scarponi broccati ai piedi.
Non vi fidate. Questo è soltanto il vestito di quando sono soldati non basta per essere alpini.
Vi diranno che sono corpi scelti alla visita: le spalle più dritte, i petti più larghi i più saldi cuori. He si, questo basta a fare dei soldati speciali: granatieri o bersaglieri. Ci vuole altro per fare degli alpini.
Vi diranno che sono patrioti. Ma se gli chiedete della patria, è grassa se vi parlano del loro paese. Come si può fare sulle Alpi a riconoscere le patrie? Di qua o di la dalla frontiera al diritto o all’inverso della montagna, lo stesso cielo, lo stesso bosco, lo stesso prato. E se si confina coi tedeschi si parla anche il tedesco; se coi francesi si parla anche francese.
Le patrie si imparano a scuola, si conoscono nelle storie.
Vi diranno che sono eroi. Ma volete saperla più lunga di loro? Se sono stati eroi se lo sono scordato. Ora sono minatori, carrettieri, muratori che riattano i loro paesi spianati dal cannone. I diplomi li hanno riposti nel pagliericcio e non possono perdere giornate a commemorare. Alpini si nasce, non si diventa. E fu bene ispirata l’Italia quando avvedendosi di avere troppe porte aperte all’invasione, chiamò a difenderle quelli che la montagna stessa avea preparato per i suoi difensori. Li chiamò sotto, monte per monte, valle per valle, coi loro scarponi, i loro muli, le loro gravine. Gli dette zaino e gavetta doppia perché potessero star molto fuori. Gli disse che l’Italia era milioni e milioni di affratellati, che avean giurato di vivere indipendenti, come loro nei propri paesi: che quando comandasse di far la guerra a quei di la era per il bene di tutti; bisognava ubbidire.
Gli alpini non sapevan politica, non avean fatto le scuole: eran figlioli di emigranti: neanche il pane gli aveva dato la patria. Ma vennero sotto confidenti e devoti. Onor gli parve che tanta gente avesse bisogno di loro. Con serietà e tenacia avevan fatto le cose borghesi, con serietà e tenacia fecero quelle militari. Borghesi avean inventato l’architettura montanara: tabià per il fieno, malghe per le mucche, ponti e cisterne rustiche, mulattiere; militari inventaron le più belle trincee, dove c’era di tutto, perfino la chiesa, trincee che sembravan paesi. Borghesi avevan portato sui ghiacciai i signori; militari ci portaron la guerra che non c’era mai stata. E cantavan in coro canzoni, per aiutarsi nelle peggiori fatiche.
Siccome prendevan tutto sul serio e si sdegnavan a veder anche davanti alla morte le solite infamie e miserie furon creduti malfidi.
Siccome prendevan la responsabilità senza consultar troppi superiori, furon creduti indisciplinati. Siccome fare sapevan molto, ma parlare poco, quelli che sapevan parlare molto gli rubavan l’onore.
Poi quando si accorsero che eran bravi, fu peggio di prima. Furon chiamati dappertutto, a riparar le falle, a riprender le posizioni.
Li portò al macello il loro valore.
Ma sempre, dietro le linee, lo stesso sangue paziente ricostruì, d’incanto, i battaglioni. Di nuovo Pieròbon furiere, Pieròbon zappatore, Pieròbon cuciniere, con le stellette dei Pieròbon passati, al bracciale. E sempre più cantando salirono al sacrificio,
finchè tutto l’esercito li conobbe come una gente alta e buona imparò a sopportare e cantare come loro.
Credete che non cantino più perché han perso tutto?
Andate sulle Alpi e vedrete.
Così la magistrale penna di Curzio MALAPARTE, alpino e celebre scrittore, più che descrivere dipinge gli alpini. |
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IL LOGO DEL GRUPPO ALL'INTERNO DEL BIVACCO FUARMI |
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IL BIVACCO FUARMI TERMINATO! GRAZIE A TUTTI |
Bivacco "Mestri"; ultimo grande lavoro del Gruppo |
26 giugno 2005. La Valle d'Incarojo riceve il tricolore della PAN |
La bellissima chiesa di S. Maria Maggiore di DIERICO |
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IL BELLISSIMO LAVORO ESEGUITO DA UN AMICO MOSAICISTA NELLA SEDE ANA DEGLI AMICI DI MOGGIO |
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Rancio con cucina rotabile, 26 giugno 2005 |
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Celebrazione della S. Messa davanti al monumento |
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DIERICO perla della Valle d'Incarojo |
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